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Il museo storico etnografico di tradizione

Il museo storico etnografico di tradizione


Progetto

Il Museo storico-etnografico e di tradizione del Comune di Clavesana sorge nell’antico Palazzo Comunale del Capoluogo, il suggestivo centro storico del paese arroccato sui possenti calanchi del fiume Tanaro. Nei locali del primo piano erano situati gli Uffici Comunali, che a partire dal 26 ottobre 1996 vengono trasferiti nel nuovo edificio polivalente nella centrale frazione Madonna della Neve. Il Palazzo Comunale del Capoluogo resta tuttora la sede municipale del paese e ospita la splendida Sala consigliare affrescata in stile neoclassico. Dopo il decentramento degli Uffici Comunali si pensava a una futura destinazione dell’antico edificio: è prevalso il progetto di istituire un museo etnografico dedicato alla storia sociale ed economica del paese. Nella seduta del Consiglio Comunale del 16 dicembre 1998 all’unanimità si è approvato il progetto preliminare di ristrutturazione del Palazzo Comunale, che prevedeva il rifacimento del tetto, la sistemazione degli impianti di riscaldamento e di illuminazione, il rinnovo dei serramenti e l’intonaco delle pareti. L’intervento è stato progettato dello Studio Tecnico Avagnina & Fechino di Mondovì con una spesa complessiva di 130 milioni, finanziata con un avanzo di amministrazione. La Ditta Poliprogram di Clavesana si è aggiudicata l’appalto dei lavori a trattativa privata, dopo che la prima gara è andata deserta per la sua unica offerta. I lavori di ristrutturazione del Palazzo Comunale hanno inizio nel mese di ottobre del 1999 e si sono conclusi nel mese di maggio del 2000.

Organizzazione

Il Museo storico è sorto su iniziativa di un gruppo di volontari, guidato dall’assessore comunale Luigi Gallo, con il sostegno dell’Amministrazione comunale. Questo gruppo è nato nel marzo 2000 e si è proposto come «Gruppo Amici di Clavesana». Nel mese di luglio questo sodalizio si è costituito in una vera e propria associazione culturale, che prende il nome di Associazione di Volontariato Culturale «Marchesato dei Clavesana». Il primo obiettivo del gruppo è l’organizzazione di una nuova manifestazione capace di valorizzare il territorio del paese e di promuovere i suoi prodotti tipici. Nasce così la prima edizione della rassegna “Sapori di Langa”, un viaggio fra cultura, gusto e tradizioni, in programma nelle giornate di venerdì 16, sabato 17 e domenica 18 giugno 2000. Il primo prestigioso appuntamento della festa è proprio l’inaugurazione del Museo storico-etnografico di tradizione del Comune. Così il gruppo di volontari inizia un paziente lavoro di ricerca e di raccolta di antichi attrezzi agricoli in disuso. Molte famiglie del paese e del circondario hanno generosamente donato i vecchi oggetti di casa, magari custoditi in vecchie cantine o in polverosi scantinati, a testimonianza di un passato di duro lavoro e di umile fatica. Con l’inaugurazione del museo il primo oggetto donato è stato un possente torchio in ghisa per estrarre il vino e l’ultimo era un esile filo di cotone: due elementi simbolici della ricca attività economica del paese. Con grande cura i volontari hanno ripulito e sistemato gli attrezzi agricoli che necessitavano di un intervento di recupero. I singoli pezzi sono stati catalogati e fotografati: gli oggetti donati al Museo, nel suo primo anno di vita, sono duecento. Nella collezione sono compresi alcuni attrezzi di grande valore storico risalenti al secolo scorso. Un’attenta ricerca storica e linguistica ha permesso di stilare una didascalia specifica per ogni oggetto, che riporta il suo nome in lingua piemontese e italiana, le caratteristiche, l’utilizzo, il donatore e il numero in ordine cronologico di donazione. Infine si è allestita un’accurata esposizione degli oggetti nelle sale del Palazzo Comunale: ogni attrezzo ha avuto una sua precisa collocazione ed è stato affiancato da un riquadro con la relativa didascalia.

Istituzione

Il Museo storico-etnografico e di tradizione viene istituito ufficialmente nel corso della seduta del Consiglio Comunale del 17 maggio 2000. All’unanimità i consiglieri hanno deliberato l’istituzione del museo e approvato il relativo statuto e regolamento, che in 19 articoli disciplina l’organizzazione e il funzionamento della struttura. Attualmente il Museo è dotato della seguente documentazione: il catalogo generale, che raccoglie le copie delle didascalie esposte e le fotografie dei singoli attrezzi; il registro, che riunisce documenti vari; il libro degli ospiti, che riporta le firme e le impressioni dei visitatori del museo. È in programma la compilazione di un software specifico per i musei, fornito dall’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte, che permetterà di archiviare i dati relativi agli oggetti esposti.

Allestimento (primo piano)

Lo spazio espositivo del Museo occupa il primo piano del Palazzo Comunale. E’ disponibile anche il cortile esterno dell’edificio dotato di grandi aiuole, in cui sono sistemati attrezzi agricoli in ferro di media grandezza. All’ingresso l’atrio del palazzo ospita i primi oggetti esposti, come un grande torchio in legno del 1895 per estrarre il vino o l’olio e una pigiatrice con i rulli in ghisa per spremere l’uva. Lungo le scale per il secondo piano si snoda un itinerario artistico e religioso condotto con le fotografie di chiese, cappelle e piloni del paese. Il Museo si articola in due sale principali: la prima è dedicata alla coltivazione della vite e alla produzione del vino. Si trovano le piccole macchine usate per il trattamento delle viti, come la pompa da zolfo in legno con soffietto in pelle e la piccola solforatrice a mano in metallo. La pigiatrice con i rulli in legno apre il percorso della cantina, in cui le pompe per il travaso dispiegano le gomme fino alle grandi botti. Una grande bigoncia accoglie i contenitori in vetro per il vino e piccoli oggetti della cantina fanno capolino dalle mensole della parete. Una serie di fotografie illustra i torchi donati ed esposti all’esterno nelle frazioni del paese. Lo spazio della saletta attigua è riservato a una piccola enoteca, in cui sono schierati piccoli barili su cui troneggiano i vini dei produttori locali: una cooperativa e cinque aziende vitivinicole. La seconda sala è il locale più ampio del museo e ospita numerosi attrezzi agricoli per la lavorazione della terra e l’allevamento degli animali. Al centro campeggia un grande carro in legno agganciato con il timone a un giogo doppio per i buoi. Sulla parete laterale sono disposti vari strumenti da taglio per la legna e piccoli oggetti usati in campagna, come il portacote e la cote, pietra abrasiva per affilare la falce. Si trovano anche piccoli mezzi di trasporto in legno, come il carretto, la carriola e la slitta. Lungo l’altra parete si distende l’antico aratro di legno con la punta fissa in ferro e a lato vi è un vecchio tridente in legno per la paglia. Vari utensili erano impiegati per l’allevamento degli animali, come le museruole per i vitelli e i buoi. Suggestive fotografie documentano la vita di questi animali, forza lavoro indispensabile in campagna e motivo di trionfo nelle edizioni della mitica “Fiera del Bue Grasso” di Carrù. Uno spazio particolare è dedicato alle antiche unità di misura piemontesi, come l’emina e la brenta. Sono esposti anche diversi esemplari di stadere, le bilance usate per pesare merci varie. A questa sala è collegato un locale minore che riunisce antichi oggetti di uso domestico, numerose pialle e attrezzi della bottega del falegname. La collezione dei piccoli oggetti è corredata da documenti fotografici, che illustrano suggestivi scorci panoramici del paese. Una parete accoglie anche un’interessante ricerca degli alunni della Scuola elementare di Clavesana, dedicata alla coltivazione della terra e all’uso degli antichi attrezzi in campagna.

Inaugurazione

Il Museo storico-etnografico e di tradizione è stato inaugurato nella serata di venerdì 16 giugno 2000 in occasione della manifestazione “Sapori di Langa”. La struttura è gestita dal Comune di Clavesana in collaborazione con l’Associazione di Volontariato Culturale «Marchesato dei Clavesana». Il gruppo di volontari cura la sua apertura al pubblico in modo regolare e costante, garantendo un’adeguata assistenza ai visitatori. In breve tempo il museo ha riscosso un sempre più crescente successo di pubblico, diventando una delle tappe d’obbligo per i turisti che “vanno per Langa” e per molte scuole di tutta la provincia di Cuneo.


Ampliamento

Il Comune di Clavesana e l’Associazione «Marchesato dei Clavesana», incentivati dal grande successo del museo, programmano il suo ampliamento al secondo piano dell’antico Palazzo Comunale del Capoluogo. Nella primavera 2001 si procede alla ristrutturazione di due ampie sale, che un tempo ospitavano la Scuola elementare e poi l’Archivio comunale. Così i cantonieri con un gruppo di volontari provvedono alla pulizia e alla tinteggiatura dei locali, mentre la locale Ditta Poliprogram installa gli impianti di illuminazione. L’inaugurazione delle nuove sale del Museo storico-etnografico si tiene nella serata di venerdì 15 giugno 2001 in occasione della seconda edizione della festa “Sapori di Langa”, che si svolge a Clavesana dal 14 al 17 giugno.

Allestimento (secondo piano)

L’allestimento delle sale al secondo piano dell’edificio segue le modalità già adottate in passato. Alla donazione degli oggetti fanno seguito la ricerca storica con la stesura di specifiche didascalie e la collocazione dei pezzi all’interno dei locali. Con il nuovo allestimento i pezzi esposti al museo diventano complessivamente quasi trecento. Sul primo pianerottolo sono esposte due pompe per le viti e un aratro versoio. Dopo due rampe di scala, al secondo piano si apre un piccolo atrio, in cui si trovano fotografie e riquadri dei tre ponti, che in paese attraversano il corso del fiume Tanaro. Da questo secondo pianerottolo si accede alle due nuove sale del museo. La prima sala è dedicata alle attività economiche e sociali di ieri e di oggi, come la ricerca dei tartufi, la caccia e la pesca, e alle attività sportive, come il gioco del pallone elastico e il gioco delle bocce. Una parete ospita fotografie e didascalie delle principali varietà di tartufi presenti in zona e su un’altra sono collocate le tipologie di pesci con le canne e le reti adatte alla loro cattura. Uno spazio viene riservato all’attività della caccia: un fucile, le orlatrici, un’esposizione di cartucce e di polveri da sparo, uno specchietto per le allodole, le immagini di animali prede dei cacciatori. Si snoda anche un percorso di fotografie d’epoca, che immortalano i campioni del pallone elastico. La seconda sala ospita interessanti documenti relativi alla storia antica, moderna e contemporanea del paese. Sui pannelli sistemati al centro del locale sono esposte fotografie di reperti archeologici del periodo romano, rinvenuti in paese nel 1993 e studiati dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte. Un’ampia esposizione di fotografie e oggetti documenta la lavorazione di materie tessili nel Cotonificio Olcese Veneziano, l’industria che per oltre un secolo segnò la rinascita economica del paese. Accanto sono collocati anche attrezzi relativi alla lavorazione artigianale della lana e all’allevamento del baco da seta. La rassegna di storia locale prosegue con testimonianze della vita militare di Napoleone Bonaparte, che con la Prima campagna d’Italia approdò a Carrù e nel territorio circostante. Fra i nuovi reperti figura anche la “Medaglia di Sant’Elena” conferita dall’Imperatore Napoleone III come onorificenza a Lorenzo Sardo, vissuto a Clavesana, che partecipò ad alcune campagne militari di Bonaparte, compresa quella di Russia. Il percorso storico si conclude con documenti della seconda guerra mondiale: riquadri didattici, fotografie della campagna di Russia e la medaglia al valore conferita al soldato disperso Lorenzo Sardo, discendente del primo Lorenzo impegnato nelle imprese militari di Napoleone Bonaparte.

Ampliamento

Il Comune di Clavesana e l’Associazione «Marchesato dei Clavesana» prevedono un ulteriore ampliamento del Museo storico-etnografico al secondo piano dell’antico Palazzo Comunale del Capoluogo. Nei mesi di aprile e maggio del 2002 si svolgono i lavori di ristrutturazione in tre locali del piano superiore, che un tempo costituivano il vecchio appartamento del segretario comunale e poi ospitavano l’archivio storico e moderno del Comune di Clavesana. Con il trasferimento degli Uffici Comunali nell’edificio polivalente in frazione Madonna della Neve, l’archivio è stato sistemato nel seminterrato del moderno palazzo. L’opera è stata finanziata con un contributo di 15 mila euro (30 milioni), concesso dalla Regione Piemonte per l’ampliamento del museo. L’intervento ha consentito di realizzare la nuova pavimentazione del salone (Impresa edile Mauro Carbone di Clavesana), il recupero dei serramenti esterni, la lucidatura del parquet di due salette, l’intonaco delle pareti e l’installazione di un nuovo impianto elettrico (Ditta Poliprogram di Clavesana). Così i vecchi locali, ormai abbandonati e in completo stato di degrado, oggi hanno riconquistato la dignità di un tempo. Il rilevante intervento di ristrutturazione ha permesso di riscoprire la bellezza e il fascino di questo antico palazzo, nobile residenza dei Conti Faussone e poi proprietà della famiglia Filippi. L’inaugurazione delle ultime sale del Museo storico-etnografico si tiene nella serata di venerdì 14 giugno 2002, con la presentazione del nuovo “Gruppo storico Marchesato dei Clavesana”, in occasione della terza edizione della festa “Sapori di Langa”, che si svolge a Clavesana dal 14 al 16 giugno.

Allestimento (secondo piano)

Il locale di ingresso e il maestoso salone al secondo piano del museo ospitano i documenti legati alla storia medioevale del marchesato dei Clavesana. Una parte introduttiva è dedicata alla storia delle dinastie aleramiche e viene corredata da antiche cartine del Piemonte e da alberi genealogici di famiglie nobili. Nel salone si dispiega un’ampia raccolta di oltre settanta riproduzioni di stemmi di comuni delle provincie di Cuneo, Savona e Imperia, un tempo appartenenti al marchesato nel periodo della sua maggiore espansione. In una seconda saletta al secondo piano, è stata sistemata una parte di documenti della mostra “Ester, la ballerina di Clavesana”, allestita nella Sala consigliare nel settembre 2001, in occasione dei sessant’anni dalla morte di Ester Teresa Ferrero. La storia di questa donna fuori dal comune, vissuta fra Ottocento e Novecento, è stata ricostruita con documenti e fotografie d’epoca, che spaziano dalle capitali d’Europa ai nuovi orizzonti culturali di Asia e Africa. Infine, nell’ultima saletta, affacciata sulla piazza Vittorio Emanuele II, si è allestita una mostra permanente di fotografie e pannelli, che ricostruiscono la cronaca della tragica alluvione del 5 novembre 1994. La nuova esposizione è stata inaugurata domenica 7 novembre 2004 in occasione del decimo anniversario della disastrosa piena del fiume Tanaro.

Significato

Il Museo storico-etnografico e di tradizione è composto da dieci sale complessive: - cinque sale al primo piano (la produzione del vino, l’enoteca locale, il lavoro in campagna, i piccoli oggetti di casa, la Sala Consigliare) - cinque sale al piano superiore (gli sport tradizionali, la storia locale, la “ballerina” Ester Teresa Ferrero, il Marchesato dei Clavesana, l’alluvione del 1994). Ora i pezzi esposti nel museo sono complessivamente circa trecento e testimoniano la generosità di molte persone, che hanno voluto donare oggetti del loro passato affinché restassero nella memoria collettiva. Il Museo storico-etnografico e di tradizione rappresenta un’istituzione di grande significato culturale e sociale per il Comune di Clavesana. E’ un luogo di raccolta di oggetti, fotografie e documenti, che ricordano la storia semplice e genuina del paese. Custodisce e tramanda nel tempo oggetti ormai scomparsi nell’uso quotidiano, che testimoniano la vita umile e faticosa della civiltà contadina in Langa. E’ un luogo di memoria, in cui si conservano importanti testimonianze del nostro passato, che si intrecciano con gli avvenimenti della grande storia. Un museo vive per non dimenticare le radici, per non disperdere le testimonianze del passato, per custodire il patrimonio storico-culturale e le antiche tradizioni. affinché vengano tramandate alle future generazioni. Diventa anche un esempio significativo di come la generosa donazione di privati e lo strenuo impegno di volontari possono migliorare l’offerta culturale dei piccoli paesi.

Elena Sardo